LA NOIA





In un giorno di festa, di quelli che scatenano il solito rituale della "esaltazione collettiva", che spinge ad entrare in forme prestabilite di divertimento e di svago, penso alla quotidianità, ai giorni riempiti dall'alternanza di momenti di duro lavoro, di fatica, e di momenti di riposo, di rilassatezza...Penso al disagio che l'essere umano vive quando è costretto a rimanere "immobile", punzecchiato dai suoi pensieri, provocato da uno stato di isolamento, bloccato da una sensazione di incompiutezza...e penso all'incapacità di restare in ascolto nel silenzio e attendere la vita che rinasce, inaspettatamente da un paesaggio arido, come ad ogni primavera, ancora...



"Mi dicevo dunque che il mondo è divorato dalla noia. Naturalmente, bisogna riflettervi un po' sopra, per rendersene conto; la cosa non si sente subito. E' una specie di polvere. Andate e venite senza vederla, la respirate, la mangiate, la bevete: è così sottile, così tenue che sotto i denti non scricchiola nemmeno. Ma basta che vi fermiate un secondo, ecco che vi copre il viso, le mani. Dovete agitarvi continuamente, per scuotere questa pioggia di ceneri. Perciò, il mondo s'agita molto".
(G. Bernanos, Diario di un curato di campagna)

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