RACCONTI DI NATALE



 Oh no! È di nuovo Natale!
Chiedo scusa e me ne pento, ma il Natale non lo reggo più!
Ciò nonostante, involontariamente (credo!), mi leggo qualcosa in tema; non lo so perché lo faccio, sinceramente ne ho quasi le tasche piene della solita cantilena del "vogliamoci tutti bene che è Natale".
Non resisto: prendo e leggo lo stesso!
Collodi mi piace, ho anche portato mia figlia (quando era molto piccola) in Toscana sulle tracce del suo famosissimo Pinocchio.
 Con questo stato d'animo leggo il primo dei due "Racconti di Natale". Il messaggio è quello che la tradizione vuole che si trasmetta: un bimbo fortunato (Alberto) che rinuncia a qualcosa per aiutare un altro bimbo meno fortunato.
E fino a qui ci siamo!
Se non fosse che, il bambino fortunato si arrabbia, e pure parecchio, che qualcuno si sia preoccupato di raccontare del suo generoso gesto. No, questo non rientra proprio nel copione! Molto strano che si faccia beneficenza e che lo si tenga segreto. Allora penso che questo messaggio mi piace, mi piace molto più del gesto di carità: non di certo è necessario aspettare il Natale per accorgersi che una buona fetta della popolazione patisce la fame; non è la notte santa solamente a ricordarci che, forse, non abbiamo alcun diritto a possedere più degli altri.
 Ma il silenzio! Il fare in silenzio!
Ah, questo mi suona nuovo!
 Storditi come siamo da mille proclami delle proprie virtù e benemerenze gettate al vento in mille e più modi, che qualcuno, un bambino nel caso del primo racconto, si arrabbi e pure tanto, che si sappia del suo gesto di generosità, mi fa pensare che non tutto è finito ancora...qualcosa di questo ennesimo Natale ancora possiamo salvare... Quando poi passo al secondo racconto, trovo conferma del fatto che, questo, sarebbe meglio se fosse il Natale del silenzio! La protagonista, la signora Bini, bontà sua, nemmeno si accorge che è Natale! Si rinchiude in casa infastidita dal baccano dei suoi nuovi vicini, vive una vita "alternativa", fatta di ricordi e di immaginazione, brutti ricordi che fanno passare la voglia di festeggiare a tutti i costi e che fa stare incollati sul divano a pensare.
 "Oggi non ho voglia di fare niente".
Ed è Natale.
 Mi sta simpatico il piccolo Alberto, ma mi sta simpatica anche la signora Bini.
E forse dovrei mandare all'aria la vigilia, i pranzi, gli auguri, i regali e quant'altro di insopportabile mi aspetta.
Solo il silenzio e quello che ne nasce.
Secondo me.

M. Concetta Bomba

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