Come cenere...

 
 Riciclaggio dei rifiuti alimentari
Fortaleza Brasile, 1983,  Sebastião Salgado
Non si può non camminare; in qualche modo, anche un accenno di spostamento lo poniamo in atto, non fosse altro che per il fatto che siamo intrisi di “desiderio”, di bisogno di raggiungere una meta anche solo fantasticata.
E che questo “desiderio” ci spinga anche verso sentieri inesplorati, o a ripercorrere caparbiamente la strada di sempre, poco importa: il viaggio resta. E il viaggio non è mai lo stesso.
Allora ho voglia di viaggiare ancora e il periodo mi è propizio: che sia “quaresima”, per me, è fondamentale poiché ho alle spalle decine di altre quaresime, tentativi su tentativi di trovare nuove motivazioni, nuovo sguardo, rinnovati atteggiamenti con sempre nuovi approcci alla vita e a quanto ne consegue.
La cenere: è polvere e nient’altro.
Ma è polvere che proviene dal fenomeno della combustione. E non è cosa da poco!
E’ già tutto un programma: un bruciare se stessi (e non un “bruciarsi”), un consumarsi fino all’eccesso perché l’altro che ti sta accanto, sia rispettato, valorizzato, aiutato, sostenuto, incoraggiato, proprio laddove non ce la fa e mostra segni di cedimento.
Dal fuoco alla cenere; dall’atto dello “scaldare” il cuore per muovere piedi e mani, alla inevitabile conseguenza del diffondere granelli del proprio essere nello sgretolarsi continuo, come cenere, dentro un cammino volutamente condiviso.
 
M. Concetta Bomba

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